Sono stati aperti da un momento pensato espressamente per i bambini del catechismo (una piccola drammatizzazione sulla chiamata degli apostoli, seguita dalla possibilità di fare alcune domande dirette al “don” – una curiosa e spontanea intervista sulla sua vita, la sua vocazione, i suoi sogni, le gioie e le difficoltà, la sua esperienza di pastore…), i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Roberto.
Domenica 28 maggio era la giornata clou, preceduta, mercoledì 24 (data esatta dell’anniversario) dalla celebrazione serale dell’Eucaristia, e sabato 27 da un’Adorazione eucaristica rivolta in particolare ai giovani e alle famiglie; una settimana densa di momenti che hanno costituito un’occasione, per i parrocchiani odierni e non solo (anche persone da altre comunità hanno fatto sentire la loro vicinanza), per stringersi attorno a una figura di prete che durante il suo ministero, ha saputo accogliere, aiutare, accompagnare, consigliare, sostenere tante persone. E proprio la sottolineatura sulla sollecitudine evangelica propria di un padre e “fratello maggiore” in cammino con i “suoi”, e sulla generosità – che scaturisce dal cuore – con cui don Roberto ha sempre cercato di spendersi al meglio e con tutto se stesso per gli altri, hanno fatto da ideale filo conduttore a questa ricorrenza festosa.
Alla Messa solenne, domenica mattina, erano presenti il sindaco Camilla Verona (nella foto mentre porta il suo saluto e gli auguri a don Roberto, durante il rinfresco-aperitivo al termine della celebrazione in chiesa) e, sull’altare, al fianco del festeggiato a concelebrare, don Mario Pini, amico fraterno e compagno degli anni di Seminario. Ulteriore motivo di gioia, per don Roberto, è stato certamente il fatto di poter presiedere la liturgia in una chiesa – la seicentesca parrocchiale di San Rocco – finalmente restituita al suo originario splendore, dopo gli ultimi lavori di restauro, completati di recente e portati avanti – come i precedenti interventi – grazie al suo impegno.
Nell’omelia don Roberto ha ripercorso alcune tappe salienti della sua vita di presbitero, richiamando alla memoria in particolare aneddoti riferiti ai “primi incontri” con le rispettive parrocchie in cui era stato mandato. Ha quindi invitato ciascuno a riflettere sull’unico, vero comandamento lasciatoci da Gesù, quello che riassume tutti gli altri, il comandamento dell’amore, da coltivare e far crescere dentro di noi giorno per giorno.
Dal Vaticano è stata fatta pervenire la Benedizione apostolica di papa Francesco, mentre dalla Casa del Clero di Montecchio il vescovo emerito Paolo, legato a don Roberto da sentimenti di profonda stima, ma impossibilitato a partecipare, ha fatto giungere un caloroso augurio e la promessa della preghiera. Erano presenti anche le “Suore delle Poverelle” e diversi amici di lunga data, per esempio alcuni “suoi ex giovani” che hanno continuato a mantenersi in contatto con lui sin dai tempi del suo servizio a Campagnola.
Al pranzo comunitario, in oratorio a San Giacomo, hanno partecipato diversi confratelli: monsignor Alberto Nicelli, don Gianni Repetti, don Piergiorgio Torreggiani, don Stefano Salati, il novello diacono Marco Lucenti… Particolarmente toccante il momento in cui il diacono Paolo Prati, rivolgendosi al festeggiato, ha ricordato alcune figure che ne hanno segnato profondamente la vita; “persone per te speciali – ha detto -, che non sono più qui fra noi… ma che oggi, dal Cielo, prendono parte alla tua gioia”.
Ha completato la festa il dono a don Roberto di un libro sul quale tanti hanno voluto lasciare pensieri di gratitudine, per il bene ricevuto da un uomo che desidera anzitutto essere segno dell’amore di Cristo.